In 1839 William Fairbairn built the first industrial building completely prefabricated in cast iron. A few years later James Bogardus profoundly innovates American urban architecture, starting from his factory, based on a prefabricated system of structural and ornamental cast-iron components. A digital reconstruction of the Fairbairn’s building organism and its components, thanks to the detailed sources made available by Fairbairn himself and David Scott's manual, permits us to go through a fruitful comparison with the first patents and the first works of Bogardus. The beginnings of industrial prefabrication show a system based on inventiveness and creativity often adhering to the needs of the individual customer and many complimentary craft activities that involve, in the pioneering era of industrial mechanization, a large margin of participation of the worker in the quality of the work. It is an interesting back to the future, because the current evolution of production, focused on the passages between digital and real, makes certain specific skills crucial again, such as critical thinking and creativity, orientates towards mass customization and opens up new perspectives not only of economies but also of professionalization more extensive and potential for realization in the work. It is a game of reflections in which the coincidences of the two realities could be apparent, anyway, they strengthen the confidence in the potential of historical reading, in accordance with what Giedion evokes «History is a magical mirror. Who peers into it sees his own image in the shape of events and developments».

Nel 1839 William Fairbairn realizza il primo edificio industriale, un mulino completamente prefabbricato in ghisa. Pochi anni dopo James Bogardus inaugura un modo di costruire, a partire dalla sua fabbrica, basato sulla prefabbricazione di componenti strutturali e ornamentali per la realizzazione di facciate e interi organismi architettonici. Da una ricostruzione digitale dell’organismo edilizio e dei suoi componenti, grazie alle dettagliate fonti messe a disposizione da Fairbairn stesso e dal manuale di David Scott, si è passati attraverso un confronto con i primi brevetti e le prime opere di Bogardus. Guardando agli inizi della prefabbricazione industriale si coglie un sistema basato su una inventiva spesso aderente alle necessità del singolo cliente e molte attività manuali di supporto che comportano, nell’era pionieristica della meccanizzazione industriale, un ampio margine di partecipazione del lavoratore alle qualità dell’opera. È un interessante ritorno al futuro, perché l’evoluzione della produzione incentrata nei passaggi tra digitale e reale, rende nuovamente cruciali alcune capacità specifiche, come pensiero critico e creatività, orienta alla mass customization e apre nuove prospettive non solo di economie ma anche di professionalizzazione più estesa e di potenzialità di realizzazione nel lavoro. È un gioco di riflessi in cui sono le coincidenze delle due realtà potrebbero essere solo apparenti, ma rafforzano la fiducia nelle potenzialità della lettura storica, concordemente con quanto evoca Giedion “History is a magical mirror. Who peers into it sees his own image in the shape of events and developments”.

Ritorno al futuro. Le opere di William Fairbairn e James Bogardus all'inizio della prefabbricazione per l'industria / Curra', Edoardo. - In: PATRIMONIO INDUSTRIALE. - ISSN 2037-2353. - 21(2019), pp. 10-23.

Ritorno al futuro. Le opere di William Fairbairn e James Bogardus all'inizio della prefabbricazione per l'industria

Edoardo Currà
2019

Abstract

In 1839 William Fairbairn built the first industrial building completely prefabricated in cast iron. A few years later James Bogardus profoundly innovates American urban architecture, starting from his factory, based on a prefabricated system of structural and ornamental cast-iron components. A digital reconstruction of the Fairbairn’s building organism and its components, thanks to the detailed sources made available by Fairbairn himself and David Scott's manual, permits us to go through a fruitful comparison with the first patents and the first works of Bogardus. The beginnings of industrial prefabrication show a system based on inventiveness and creativity often adhering to the needs of the individual customer and many complimentary craft activities that involve, in the pioneering era of industrial mechanization, a large margin of participation of the worker in the quality of the work. It is an interesting back to the future, because the current evolution of production, focused on the passages between digital and real, makes certain specific skills crucial again, such as critical thinking and creativity, orientates towards mass customization and opens up new perspectives not only of economies but also of professionalization more extensive and potential for realization in the work. It is a game of reflections in which the coincidences of the two realities could be apparent, anyway, they strengthen the confidence in the potential of historical reading, in accordance with what Giedion evokes «History is a magical mirror. Who peers into it sees his own image in the shape of events and developments».
2019
Nel 1839 William Fairbairn realizza il primo edificio industriale, un mulino completamente prefabbricato in ghisa. Pochi anni dopo James Bogardus inaugura un modo di costruire, a partire dalla sua fabbrica, basato sulla prefabbricazione di componenti strutturali e ornamentali per la realizzazione di facciate e interi organismi architettonici. Da una ricostruzione digitale dell’organismo edilizio e dei suoi componenti, grazie alle dettagliate fonti messe a disposizione da Fairbairn stesso e dal manuale di David Scott, si è passati attraverso un confronto con i primi brevetti e le prime opere di Bogardus. Guardando agli inizi della prefabbricazione industriale si coglie un sistema basato su una inventiva spesso aderente alle necessità del singolo cliente e molte attività manuali di supporto che comportano, nell’era pionieristica della meccanizzazione industriale, un ampio margine di partecipazione del lavoratore alle qualità dell’opera. È un interessante ritorno al futuro, perché l’evoluzione della produzione incentrata nei passaggi tra digitale e reale, rende nuovamente cruciali alcune capacità specifiche, come pensiero critico e creatività, orienta alla mass customization e apre nuove prospettive non solo di economie ma anche di professionalizzazione più estesa e di potenzialità di realizzazione nel lavoro. È un gioco di riflessi in cui sono le coincidenze delle due realtà potrebbero essere solo apparenti, ma rafforzano la fiducia nelle potenzialità della lettura storica, concordemente con quanto evoca Giedion “History is a magical mirror. Who peers into it sees his own image in the shape of events and developments”.
industrial heritage; William Fairbairn; James Bogardus; ghisa; cast iron; prefabriccazione; prefabrication
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Ritorno al futuro. Le opere di William Fairbairn e James Bogardus all'inizio della prefabbricazione per l'industria / Curra', Edoardo. - In: PATRIMONIO INDUSTRIALE. - ISSN 2037-2353. - 21(2019), pp. 10-23.
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